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Lampedusa: l'accoglienza dello stato è disumana, sì all'accoglienza umana

Cari amici e amiche,

Ecco qui di seguito la nostra presa di posizione sulla vicenda di Lampedusa.

Le immagini disumane a cui abbiamo assistito, grazie alla denuncia di un profugo siriano rinchiuso nel centro di accoglienza, gridano verità e giustizia. Una verità e una giustizia che non verrà dai politici né da alte cariche dello stato presuntamente schierate a favore degli immigrati. Cominciando da Napolitano, la cui legge del '98 ( Turco-Napolitano) ha istituito questi centri, passando per l'inconcludente ministro Kyenge o la presidente della Camera Boldrini.
Non è la prima volta che questo accade: qualche giorno prima si è suicidato nel centro di Mineo un profugo siriano in attesa del soggiorno e in questi anni abbiamo assistito a tanti episodi simili. Chi governa sa tutto di questa barbarie e non fa nulla per mettervi fine, anzi, come ricostruito dalle nostre denunce negli anni e dai giornali in questi ultimi giorni, nell'affare CIE ci sono tutti: dalle cooperative della sinistra Lega Coop fino alle associazioni legate alla Chiesa cattolica. Da anni sulla pelle degli immigrati si consumano speculazioni e violenze in queste strutture.

Associazione Antirazzista Interetnica "3 Febbraio"
www.a3f.org
3465708065

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Ed ecco il testo del nostro volantino:

COMUNICATO
L’Associazione antirazzista e interetnica 3 febbraio esprime la massima solidarietà con i nostri fratelli e sorelle costretti in condizioni disumane nel centro di Lampedusa, mentre stigmatizza quanto accaduto al Cie come l’ennesima espressione di disprezzo della vita e della dignità umana che viene dallo stato italiano. Le immagini che abbiamo visto nel video sono state riprese coraggiosamente da un giovane siriano che, il giorno dopo la diffusione della notizia, è stato minacciato di morte da parte dei soci della cooperativa che gestisce il centro, oltre ad essere stato lasciato senza pasti come ritorsione.
I metodi criminali e il disprezzo della vita dei nostri fratelli e sorelle non sono così diversi da quelli praticati dagli aguzzini di regimi feroci dai quali tanti fuggono (come il criminale Assad) in cerca di libertà, dignità e giustizia. E invece, anche nella cosiddetta civile Europa trovano il medesimo trattamento. È questa purtroppo la regola dell’accoglienza gestita dagli stati. Dal 2011, durante la cosiddetta emergenza Nord-Africa, denunciammo la mancanza di elementare rispetto della dignità delle persone, perpetrata nei centri sparsi in tutta Italia. La logica è quella per cui i profughi devono dire grazie per un vitto e un alloggio indegni. Purtroppo, anche persone comuni, in questo paese, esprimono questo sentimento, rendendosi complici delle logiche razziste e di espulsione delle leggi di tutta Europa.
L’ipocrisia e la cattiveria dei vari politici è la stessa che abbiamo sentito all’indomani della tragedia del 3 ottobre scorso a Lampedusa: è gente che considera gli immigrati con fastidio, come un problema e un peso inutile da sopportare, per i quali i Cie sono il massimo che possono meritare. Ci si trincera nella difesa degli operatori-aguzzini del centro, che, ironia della sorte, si chiama “accoglienza Lampedusa”. La ministra Bonino, infatti, ha detto chiaramente che “non si può colpevolizzare tutta la categoria”, mentre la specchiata moralità della Cancellieri la porta a dire che “bisogna aspettare una valutazione complessiva del caso, capire cosa prevedono le procedure dei centri e, prima di giudicare, effettuare un’inchiesta”. La Kyenge, invece, chiede al governo “di intervenire per dare un’immagine diversa dell’Italia dove vengano tutelati i diritti di ogni persona”.
A ognuno di loro non interessano le persone, convinti profondamente che gli immigrati non possono chiedere di più, e dissolvono tutto nel chiedere all’Europa di assumersi le responsabilità.
Ora più che mai vogliamo ribadire la necessità di garantire e affermare una accoglienza umana per tutti e tutte. Come stiamo facendo con l’iniziativa dell’appello ABC (Accoglienza, Benvenuto, Comune Umanità) insieme alla Comune ed altre associazioni e singole personalità che hanno aderito all’appello. Questa iniziativa, tramite il coinvolgimento attivo di sempre più persone e associazioni, può rappresentare un abbraccio non simbolico, fatto di rispetto e vicinanza per il coraggio e la dignità che spinge tanti nostri simili a fuggire da guerre e miseria nel tentativo di cercare un miglioramento della vita. Ci rivolgiamo ai tanti e alle tante che sentono giusto, come un sentimento vero e umano, l’accogliere senza condizioni i nostri fratelli e le nostre sorelle.
ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA E INTERETNICA “3 FEBBRAIO”
3465708065 www.a3f.org