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Democraticamente ...stragi!

Le tragedie umane si susseguono senza tregua, la perdita di vite umane, la morte di persone che cercano una strada diversa per migliorare la propria esistenza e quella dei propri cari assomiglia sempre più ad un bollettino di guerra. Eppure si continua con tenacia e perseveranza a ricercare quella strada verso la felicità emigrando a tutti i costi. Capita così che un barcone pieno di gente in fuga dai propri paesi per motivi diversi fa naufragio davanti alle coste italiane come è accaduto in Puglia o davanti a quelle dell’isola Christams Island in Australia. Oppure se vivi in Italia da 15 anni e perdi il permesso di soggiorno perché nei sei mesi previsti dalla legge Bossi- Fini non sei riuscito a trovare lavoro puoi morire di una banale asma in carcere come è accaduto a Elhdy Seyou Gadiaga.
Per non parlare delle violenze e del disprezzo che i razzisti praticano verso i nostri fratelli immigrati.

Ci addolora molto quello che ai quattro angoli del pianeta accade alla nostra gente, ci addolora ma non ci blocca e ci chiama ancora di più ad essere operativi nel praticare, espandendo sempre di più la solidarietà umana per fronteggiare e alcune volte contenere il male che ci attanaglia. Le responsabilità sono tutte da ricercare nelle logiche degli Stati, delle scellerati leggi che hanno emanato, della criminalità delle frontiere chiuse, dalla mancanza del senso dell’umanità che si traduce in disumanizzazione dell’umanità. L’associazione 3 febbraio è vicina a quanti stanno soffrendo per la perdita dei loro cari e continuerà ad affermare che aprire le frontiere affinchè la gente possa spostarsi liberamente significa proteggere la vita umana e affermare la libertà di tutti e tutte.E' su questa logica che non possiamo non riconoscere che è anche indispensabile cominciare a riflettere che all'emergenza umana deve corrispondere il senso sempre più profondo dell'antirazzismo radicale contro l'antirazzismo democratico e dell'accoglienza concreta tutta da sperimentare e intrecciare per depotenziare l'assistenzialismo di tipo istituzionale che nega il protagonismo vero della gente.