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OMBRE E RAGGI

il destino non mi ha avvisato e non ha bussato alla mia porta, la vita non si
è confrontata con me e ha fatto di testa sua, il tempo ha fatto in fretta ad
asciugare le lacrime e non mi ha lasciato vivere la gioia di piangere, sono
cresciuto in fretta su una strada stretta e buia, dove l'abbraccio d'un muro
e
le coccole d'un marciapiede prendono il posto agli abbracci dei genitori.ho
imparato a camminare prima d'imparare a mettere le scarpe, ma prima
d'imparare
a camminare ho imparato a non cadere. il giorno prima camminavo dritto e
orgoglioso, con cognome che mi faceva camminare con la testa alta, circondato
da amore e affetto, all'improvviso mi sono ritrovato con un nuovo cognome che
mi faceva pesare le spalle, insieme a una quotidianità ostile diventava un
fardello, cosi ho scoperto che invece di essere KERBOUI RESAK, nato ad ANNABA,
di cittadinanza algerina, sono diventato immigrato, extracomunitario, e cosi
la
mia esistenza è diventata irregolare, marchiata e macchiata, in qualche libro
di diritto civili o codice penale è stata segnalata la mia esistenza,
dichiarata non legale, non convenzionale, e dovevo chiedere il permesso di
soggiornare quando nessuno mi ha chiesto il parere se volevo sloggiare,
abbandonare,lasciare, e una altra volta il destino
non mi avvisa e non bussa alla mia porta approfittando che porta non avevo
più
e la vita mi ha lasciato in balia a leggi e convenzioni e canoni che neanche
la
scienza burocratica sa spiegare, dove io divento un numero d'una pratica, o
nome d'un file in una rete che arriva ovunque ma sicuramente non da me.